Dichiarazione del candidato sindaco Giuseppe Mainiero
“Ieri ho partecipato con piacere all’incontro dal titolo ‘Quale politica contro la mafia?’, organizzato dall’Associazione Antiracket ‘Giovanni Panunzio – Eguaglianza, Legalità e Diritti’, che ringrazio per invito e l’attività che quotidianamente svolge sul fronte della legalità.
Come ho sempre detto ‘la mafia è una montagna di merda’. E noi a Foggia abbiamo una delle mafie più violente, feroci e sanguinarie dell’intera Nazione. Che va combattuta e sconfitta. Senza se e senza ma.
In questa battaglia sono straordinari l’impegno e i risultati ottenuti dalla ‘Squadra Stato’, a cui va la nostra gratitudine.
Ciò che i cittadini si chiedono in questo momento, soprattutto dopo la vergogna dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose provocato dal centrodestra, è cosa possa fare un sindaco.
L’Ordine Pubblico, com’è noto, è materia che compete a Questura e Prefettura. Ma non è affatto vero che un Comune non abbia strumenti.
E noi abbiamo le idee chiarissime in proposito.
In primo luogo contribuire a migliorare il controllo del territorio, con un ‘Piano Sicurezza’ da siglare con Questura e Prefettura, affiancando al lavoro delle Forze dell’Ordine quello del Corpo della Polizia Locale, innanzitutto facendo ritornare in strada i nostri Agenti, il cui 70% dell’orario di lavoro dovrà essere svolto di nuovo tra la gente.
Poi potenziando realmente il sistema di videosorveglianza – a differenza di chi nella precedente maggioranza di centrodestra voleva che ci fossero meno videocamere – con la creazione di una ‘Centrale di controllo unica’ per la raccolta dati e la loro condivisione con la Questura. E ovviamente migliorando seriamente la pubblica illuminazione, perché una città al buio è una città che diventa terreno fertile per l’illegalità.
Per allontanare i nostri ragazzi dalla ‘seduzione mafiosa’ è inoltre fondamentale un Piano Sociale di Zona che coinvolga e valorizzi le eccellenze del mondo dell’associazionismo, della scuola e delle parrocchie, abbandonando l’idea delle politiche sociali intese come distribuzione di pacchi di pasta, come accadeva sia con l’Amministrazione Mongelli sia con quella Landella.
Per combattere l’infiltrazione mafiosa nelle imprese e nel sistema dell’economia che ruota attorno al Comune, oltre che per impedire l’infame fenomeno della corruzione e delle tangenti, infine, la soluzione è semplice. La proposi nel 2014, con il centrodestra ed il centrosinistra che si dissero contrari in Consiglio comunale.
Bisogna far aderire il Comune alla Stazione Unica Appaltante presso la Prefettura, in modo da affidare allo Stato tutte le fasi gestionali degli appalti comunali, compreso l’accertamento dei requisiti delle imprese, che negli anni scorsi in molti casi si è scoperto essere assenti dopo che erano già stati affidati servizi importantissimi.
La lotta alla mafia, la tutela della sicurezza e della legalità si praticano con i fatti, non con le parole. E noi sappiamo esattamente cosa fare e come farla”.